Basilica di Santo Stefano

Dire “basilica” è dire poco, perché qui, addossate, conglomerate l’una all’altra ci sono ben sette chiese e se riusciremo a non perderci in questo dedalo, potremo accendere almeno un cero!

Segni convenzionali

Le linee rappresentano i muri;
i pieni sono gli edifici circostanti;
i bottoncini tondi rappresentano le colonne;
i bottoni grandi rappresentano la sorgente, il Catino di Pilato, e una fontana;
le linee sottili parallele sono una scalinata;
la linea tratteggiata è limite del cortile attorno alle chiese.

Descrizione

Disponete la mappa con la scritta in stampatello in alto. Provate a fare un’esplorazione sommaria e fate caso ai bottoncini che indicano le colonne: sono tantissimi e non si riesce a da loro un ordine, anche se esplorando un po’ meglio troverete che per lo più sono allineate, ma in posizioni diverse e neanche sempre! Anzi, c’è addirittura un cerchio, quasi qualcosa che può ricordare un fiore. E allora provate a seguirmi in questa laboriosa esplorazione.

Esplorazione passo passo

Osservate il rettangolo in basso a destra, col lato corto verso di voi: è la chiesa del Crocifisso, per via del grande crocifisso che la domina, ma che qui non trovate.

Osservate il lato corto verso di voi. Sulla sinistra, una sporgenza indica il balcone da cui si dice che Irnerio tenesse lezione agli scolari riuniti nella piazza. Al centro di questo stesso lato corto c’è invece l’ingresso. Da lì entriamo. È la chiesa più grande di questo complesso e probabilmente fu la cattedrale dei Longobardi. Nel lato opposto trovate la scalinata che conduce al presbiterio, che era in passato una chiesa a sé stante. La mappa però rappresenta la cripta sottostante con dodici colonne una diversa dall’altra. Trovate le quattro file di tre colonne l’una? Dividono la cripta in cinque navate.

Ma torniamo indietro. Alla sinistra della scala del presbiterio c’è il varco per entrare nella basilica del Santo Sepolcro, la più antica. Può darsi che vi sembri rotonda, ma se fate attenzione potrete osservare che invece è ottagonale. È un luogo raccolto e stupefacente che riproduce la basilica di Gerusalemme in cui è racchiuso il sepolcro di Cristo. Infatti un bottone al centro della nostra mappa rappresenta una riproduzione fedele in scala 1:2 del Santo Sepolcro.

Ma contate le colonne che gli stanno attorno: sono dodici. Dodici come? Beh, facile! Qui, però, 2000 anni fa sorgeva un tempio ad Iside a cui appartenevano sette di queste colonne in marmo nero. Sotto la chiesa si trova una fonte d’acqua, probabilmente il motivo per cui il tempio di Iside fu eretto qui.

Attraversate questa chiesa e a sinistra trovate l’ingresso alla chiesa dei santi Vitale e Agricola. Quante navate? Tre, esatto! Qui le finestre sono di alabastro e lasciano filtrare pochissima luce. Torniamo nella chiesa ottagonale. Fate col dito il giro dell’ottagono e individuate le tre aperture. A sinistra si va nella chiesa di San Vitale e Agricola da cui stiamo tornando, a destra nella chiesa del crocifisso da cui siamo venuti prima, un po’ più sopra, sul lato obliquo, c’è un altro varco: da lì si accede al cortile di Pilato che prende il nome dalla vasca centrale, detta Catino di Pilato, ma che in realtà è un offertorio longobardo.

Riconoscete la vasca nel tondo al centro? E le quattro colonne a destra e a sinistra? Dalla parte opposta rispetto alla chiesa del santo Sepolcro c’è la chiesa del Calvario. Dal cortile di Pilato potete entrarvi da due porte. Contate le colonne: quattro! Dividono la chiesa in due navate… strano! E abside e cappelle si trovano sul lato opposto a quello da cui siete entrati. Riuscite a capire che l’abside non è semicircolare come al solito ma ha la forma di una croce?

Torniamo nel cortile di Pilato. Sul lato destro trovate due varchi. Quello più in alto immette in uno degli angoli in assoluto più belli e suggestivi di Bologna: il chiostro dei Benedettini. Contate le colonne. In mezzo c’è una fontana, come vi dice quel bel tondo. I monaci passeggiavano tutt’intorno al riparo dalle intemperie perché la loggia ha due piani. I capitelli rappresentano figure mostruose di uomini e animali a cui, pare, Dante si sia ispirato per le pene dell’inferno. Dal lato superiore del chiostro si accede alle sale del museo di Santo Stefano, in cui sono esposte numerose opere del Trecento bolognese. Una linea tratteggiata nella parte della mappa verso di voi segna i limiti di un’area davanti alle chiese, un sagrato, un cortile.

Se siete arrivati fin qui, vuol dire che siamo stati proprio bravi perché è una bella struttura complessa!

Un po’ di simboli

Il complesso monumentale delle sette chiese è fitto di simboli. Non ve li ho detti prima per non intralciare la nostra faticosa esplorazione. Ne elenco qui un po’, ma questo non vi esime da un giro di persona che sarà molto più ricco di queste note.

Secondo le intenzioni del vescovo Petronio, che governò la chiesa bolognese dal 430 al 450, il complesso delle Sette Chiese e il territorio circostante dovevano riprodurre Gerusalemme. La vicina via Santo Stefano rappresentava la valle di Josefat, la non lontana chiesa di San Giovanni in Monte il monte degli ulivi, la distanza tra la chiesa di San Giovanni in Monte e il cortile di Pilato è uguale a quella tra il Sinedrio e il Calvario, via de’ Pepoli nei pressi sarebbe il fiume Ezechia che era utilizzato per abluzioni sacre e arrivava al tempio di Salomone.

Sul portone della chiesa del Crocifisso c’è una croce bianca, al centro della quale è scolpita una mano nell’atto di prendere parola, simbolo della parola creatrice. Sul fianco destro un’iscrizione testimonia la presenza del tempio di Iside.

Nella cripta, la leggenda vuole che la seconda colonna sulla destra sia stata portata da Petronio dal suo viaggio in Terra Santa e che rappresenti l’altezza di Cristo. Nella chiesa del Santo Sepolcro le dodici colonne rappresentano gli apostoli o le dodici tribù d’Israele. Però le sette in marmo nero simboleggiano i sette peccati capitali. La fonte d’acqua che si trova sotto la chiesa, nella simbologia cristiana dovrebbe rappresentare il Giordano. Una colonna di marmo nero, isolata dalle altre, tutta bucherellata, simboleggia la passione perché pare colpita dal flagello che colpì Cristo; farle visita garantisce 200 anni di indulgenza, a quanto c’è scritto su un cartello.

Nella chiesa dei santi Vitale e Agricola ci sono i loro sarcofagi con bassorilievi allegorici: su uno è rappresentato il cervo, simbolo della cristianità, che mangia i serpenti, sull’altro il pavone, simbolo di rigenerazione.

Nel cortile di Pilato la grande vasca al centro rappresenta il catino in cui Pilato si lavò le mani. Da un lato il cortile è chiuso dalle mura della chiesa del Santo Sepolcro. Su questo muro ci sono decorazioni a stella: la stella a cinque punte rappresenta l’uomo, la stella a sei punte la creazione, a sette punte il riposo, quella a otto punte, invece, il tempo nuovo, il primo giorno dopo la creazione. Le decorazioni a scacchi in basso, invece, riproducono la pavimentazione del tempio di Salomone e la distinzione tra il bene e il male.

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