Guida di Berlino – Mitte

Questa mappa è una rappresentazione semplificata del centro di Mitte, quartiere nel cuore di Berlino, corrispondente ai confini storici della città fino al 1920.

Segni convenzionali

Le linee rappresentano le vie;
le doppie linee rappresentano le due vie principali, Friedrichstrasse e Unter den Linden;
la linea più spessa e irregolare rappresenta il fiume Sprea;
la linea puntinata rappresenta il tracciato del muro di Berlino fino al 1989;
i puntini fitti e bassi indicano spazi aperti di interesse;
le croci rappresentano luoghi chiusi d’interesse;
i pallini nei cerchi rappresentano piazze;
il pallino pieno rappresenta la stazione della metropolitana di Oranienburger Strasse.

Esplorazione

Lungo uno dei due lati corti corre una linea puntinata. Gira la mappa in modo che sia sul lato sinistro. Ora, nell’angolo in alto a sinistra troverai in braille e stampatello la scritta “Mitte”. Il nord è in alto. I municipi confinanti, a est e a sud, sono rispettivamente Friedrichshain e Kreuzberg. A ovest giace il quartiere di Tiergarten, mentre proseguendo verso nord si arriva al quartiere di Wedding, entrambi parte dell’odierno municipio di Mitte: l’omonimo quartiere storico ne è ormai solo l’angolino sud-orientale. Il nome, didascalicamente, significa “Centro”.

Muri e fiumi

Partiamo dal nostro primo riferimento: il tracciato del muro di Berlino, simbolo della divisione della città nel periodo della Guerra Fredda, e nello specifico tra il 1961 e il 1989. Potete trovarlo subito sotto la scritta in braille e seguirlo verso sud. Alla destra del muro sta il settore orientale, mentre a sinistra cominciava Berlino Ovest. Per via della sua centralità, ovviamente questo tratto di muro non esiste più; individuarlo però ci è utile, in quanto la sua posizione rivela come la quasi totalità del centro storico di Berlino – per quanto martoriato dalla guerra – giacesse nella Germania Est. Un bottino simbolico importante per il blocco socialista: del resto, era stata l’armata sovietica a liberare Berlino nel maggio 1945.

Lungo il tracciato del muro, ripercorrendolo dal basso verso l’alto, sul lato orientale troviamo due cerchietti: in basso Potstdamer Platz e, poco più in alto, Pariser Platz, tra loro collegate dalla linea continua della Ebertstrasse.

Sul lato sinistro c’è invece un’area puntinata: questo è l’inizio del Tiergarten, l’antica tenuta di caccia dei re prussiani, oggi grande parco pubblico. Poco più in su, troviamo una croce: trattasi del Palazzo del Reichstag, che dal 1999 ospita nuovamente il parlamento federale tedesco. Dopo l’incendio del 1934 e la guerriglia urbana del 1945, è stato a lungo un rudere: completamente restaurato dall’architetto Norman Foster all’inizio del millennio, sfoggia ora un’affascinante cupola di vetro, visitabile con una pedana a spirale che ne percorre il volume.

Da lì, seguiamo il muro verso nord ancora per pochissimo, e noteremo che attraversa qualcosa. Trattasi della Sprea, il fiume sul quale all’inizio del milleduecento sono sorte le due città gemelle di Berlin e di Cölln. La prima stava sulla riva destra e la seconda sulla sinistra, ma fin dall’inizio furono in sinergia sociale, politica ed economica, unendosi già nel trecento in un’unica città fortificata.
Percorriamo l’andamento sinuoso della Sprea verso est e, dopo poco, sentiremo una superficie puntinata: questa è l’Isola dei Musei, la parte superiore della Fischerinsel, nucleo storico dei primi insediamenti nell’area, di matrice slava. Ai suoi lati, sentiremo che il fiume si biforca: possiamo seguirlo con due dita, o con entrambe le mani se vogliamo. I due rami si ricongiungono poco più a sud-est, per poi proseguire.

L’isolotto che ne risulta ha una forma irregolare, che ricorda alla lontana quella di un pesce. L’associazione con la pesca sorge spontanea in quanto proprio comunità di pescatori sono state le prime a stabilirsi in quest’area paludosa; anche dopo la rivoluzione industriale e fino alla guerra, il nome del quartiere qui presente richiamava quella che ne fu l’attività principale: “Fischerkiez”, cioè quartiere dei pescatori.
Partendo dalla confluenza alla base meridionale dell’isolotto, che è allargata, ripercorriamo quest’ultimo verso nord-ovest: incontreremo prima di tutto uno spazio liscio. Negli anni ’60, secondo il piano regolatore stilato dalla Repubblica Democratica Tedesca per la ricostruzione, quel che restava del centro storico medievale è stato demolito e sostituito da un moderno quartiere residenziale.

Poco sopra, superata una prima strada, troviamo un’area puntinata: trattasi del Nikolaiviertel, quartiere-bomboniera che richiama l’antico centro storico. In realtà, risale al 1987: per i 750 anni dalla (attestata) fondazione della città di Berlino, infatti, il governo della Germania Est ha ricostruito una sorta di borgo con annesso un piccolo dedalo di viuzze intorno alle rovine della Nikolaikirche, una delle chiese più antiche della città, anch’essa riportata agli antichi fasti. Pare che l’operazione fosse anche un modo per ingraziarsi una popolazione ormai stanca del regime, nonché della continua distruzione di quel che rimaneva del patrimonio storico-architettonico, sostituito da squadrate torri di cemento.

Continuando a salire verso nord-ovest, superiamo un’altra strada – la famosa Unter den Linden – e torniamo all’Isola dei Musei, con i suoi maestosi edifici in stile neoclassico. Voluta dal kaiser Federico Guglielmo III e progettata soprattutto dall’architetto Karl Friedrich Schinkel, è un tassello fondamentale della cosiddetta “Atene sulla Sprea”: così infatti veniva chiamata Berlino ai tempi della Prussia, per la sua abbondanza di monumenti e palazzi che si ispiravano alle forme e proporzioni della Grecia antica, nonché la sua aspirazione a divenire una capitale di arte, filosofia e cultura. Tra le tante attrazioni – distribuite in cinque musei, una pinacoteca e il duomo – da segnalare è una pregevolissima copia tattile del busto di Nefertiti, ospitata al Neues Museum.

Continuiamo ora la nostra esplorazione di Mitte con due passeggiate.

Unter den Linden

Torniamo a Pariser Platz, il più settentrionale dei due puntini a ridosso del muro, sul lato sinistro del foglio. Trattasi di una piazza d’armi aperta dal kaiser Federico Guglielmo I nel 1734, sull’allora limite della città. Completamente distrutta nella Seconda guerra mondiale e ricostruita dopo la riunificazione, l’unico monumento superstite è, sul lato occidentale, l’imponente Porta di Brandeburgo. Questo porticato in stile neoclassico è oggi un’icona della città – ma anche della sua divisione, per via della sua posizione di confine.

Se scorriamo il dito verso est, sentiamo una doppia linea continua, come un binario: questa è Unter den Linden (in italiano “Sotto ai tigli”), che deve il nome ai filari di alberi che ne accompagnano il percorso.

Il viale venne aperto per congiungere il castello – un tempo sull’attuale Isola dei Musei – con le tenute reali di caccia a Tiergarten, subito oltre la porta di Brandeburgo. Oggi è un luogo di transito e commercio, ma anche di relazioni diplomatiche: sotto la RDT vi sorsero infatti numerose ambasciate. La più maestosa era naturalmente quella dell’Unione Sovietica, che ancora oggi ospita la missione diplomatica della Federazione Russa.

Proseguendo verso est, incontriamo un’altra strada che incrocia Unter den Linden ad angolo retto: questa è la Friedrichstrasse, strada settecentesca intitolata al kaiser Federico I, e oggi rinomata via dello shopping. A sud, fuori dalla mappa, interseca Checkpoint Charlie, uno dei pochi passaggi fra Berlino Est e Ovest ai tempi del muro; più a nord, prima della Sprea, sorge la stazione ferroviaria di Friedrichstrasse. Lì sorge il Tränenpalast (“Palazzo delle lacrime”), stazione doganale dove i cittadini di Berlino Est a cui veniva concesso l’espatrio salutavano, chissà se per l’ultima volta, i propri cari.

Continuiamo a risalire Unter den Linden verso est, tra palazzi monumentali riscattati alle devastazioni belliche, e superiamo Bebelplatz, dove si trova l’Opera e dove avvenne il più tristemente famoso fra i roghi di libri d’epoca nazista. Poco prima che il viale incroci il fiume, troveremo una croce sul suo lato superiore: questa è la Neue Wache, un piccolo tempietto in stile neoclassico (sempre ad opera di Schinkel) dedicato al milite ignoto, e oggi alle vittime di tutte le guerre. In un unico volume vuoto, un oculo nel soffitto illumina una pietà raffigurante una madre che abbraccia e quasi avvolge il figlio defunto, opera della scultrice Käthe Kollwitz.

Sempre verso est, il viale attraversa l’Isola dei Musei alla sinistra del senso di marcia e, piegando verso nord-est, sfocia poi in un’altra superficie puntinata. Questa è la grande spianata di Alexanderplatz, chiamata così perché costruita in onore dello zar Alessandro I di Russia, che visitò la città nel 1805. Danneggiata dalla guerra, venne completamente ricostruita negli anni ’60, con palazzi futuribili (anche se oggi, per certi versi, datati) e un enorme spazio aperto, così da restituire un nuovo centro a Berlino Est, che parlasse non del passato imperiale ma del glorioso futuro socialista.

Parte di questo rifacimento è la celebre Torre della televisione, che svetta nel cielo come un razzo per 368 metri: supera di tre volte i più alti grattacieli di Berlino, ed è ancor più alta della Tour Eiffel. A base rotonda, va lentamente affusolandosi verso la punta disegnando una leggera curva, per poi “infilzare” – come un pomodorino! – a circa 200 metri una sfera, in cui vi è un ristorante panoramico. La copertura in metallo di quest’ultima, a certe ore del giorno, riflette sulla piazza una gigantesca croce latina. Il fenomeno viene definito dai berlinesi “la vendetta del Papa”, ironizzando sulle note posizioni antireligiose del governo socialista.

Prova ora a risalire Unter den Linden e a trovare la stazione di Oranienburger Tor, un pallino pieno su Friedrichstrasse. Essa prende il nome da una porta della città non più esistente, demolita nel 1867; oggi è una fermata della linea di metropolitana U6, ed è da qui che cominciano le nostre esplorazioni di Mitte quando viaggiamo con La Girobussola!

La storia scomparsa

Torniamo al nostro punto di riferimento, il tracciato del muro sul lato sinistro della mappa, e andiamo adesso al puntino inferiore che giace alla sua destra, quasi in angolo col foglio: Potsdamer Platz.

Cresciuta come luogo di commercio attorno alla distrutta Potsdamer Tor, la porta della città che conduceva alle residenze reali di Potsdam, divenne poi cuore pulsante della città ottocentesca: luogo di alberghi, teatri, ristoranti e vita notturna. Tagliata in due dal muro, per tutto il dopoguerra è stata poi un deserto di macerie. Oggi è un luogo-simbolo della rinascita di Berlino, ospitando un moderno polo residenziale, culturale e finanziario, su cui si sono cimentati diversi architetti di grido (fra gli altri, Renzo Piano). Ricorda tuttavia più un gigantesco incrocio che una piazza in senso italiano.

Se proseguiamo verso est, seguiremo la linea di Leipziger Strasse.

Sebbene la sua fondazione sia di gran lunga posteriore all’epoca romana, possiamo considerarla il “decumano” del borgo di Friedrichstadt. Prima di essere annessa a Berlino, infatti, questa cittadina era sorta verso la fine del XVII secolo fuori dalle mura cittadine. Essa accolse i tanti protestanti che fuggirono dalle persecuzioni religiose in Francia dopo l’editto di Potsdam, promulgato dal principe elettore Federico Guglielmo per dare loro asilo politico.

La cittadina seguiva una pianta a scacchiera costruita, secondo lo schema romano, a partire dall’incontro ortogonale fra le vie principali. Se infatti procediamo ad oriente ne incroceremo presto il “cardo”, la già nota Friedrichstrasse.

Della vecchia Friedrichstadt rimane ben poco, ed oggi la Leipziger Strasse è costeggiata da alti e impersonali condominii, residenze popolari risalenti alla ricostruzione della Germania Est. Tra i pochi edifici superstiti troviamo l’attuale Ministero delle Finanze, gigantesco e tetro parallelepipedo di epoca nazista rimasto intatto. Si dice che sia stato risparmiato dai bombardamenti per via di un “accordo da gentiluomini” tra l’aeronautica militare inglese (RAF) e quella tedesca (Luftwaffe), essendo il palazzo sede di quest’ultima…

Sempre andando verso est, la strada prende una piega verso nord-est e attraversa la Fischerinsel, tra le vestigia ricostruite del Nikolaiviertel (sulla sinistra) e i grattacieli residenziali di epoca socialista (sulla destra). Scavalcando di nuovo la Sprea, incrociamo la Stralauer Strasse e, sulla sinistra, troviamo un’altra croce.

Si tratta del “Rotes Rathaus”, il vecchio municipio di Berlino, detto “rosso” per via della sua architettura neorinascimentale interamente in mattoni – pare, ispirata ai palazzi dell’Emilia-Romagna! A pianta quadrata e sormontato da una grande torre dell’orologio, questo è uno dei pochissimi edifici d’epoca rimasti. Costruito negli anni ’60 del 1800, è sempre stato sede dell’amministrazione berlinese e oggi ne ospita il Senato: Berlino, infatti, nell’ordinamento federale tedesco è una città-stato.

Scendiamo ora di pochissimo per tornare all’incrocio, e seguiamo verso destra la strada che ci porta leggermente a sud-est. Dopo un po’ incrocerà un’altra via, la Alexanderstrasse. Andando verso nord, ci riporterebbe ad Alexanderplatz. Ma noi la seguiamo verso sud, scavalcando la Sprea; una volta dall’altra parte, sulla sinistra troveremo un’ultima croce. Questo è il Märkisches Museum, museo dedicato alla storia della Marca del Brandeburgo, di cui Berlino è stata capitale fino alla fine dell’ottocento.

Costruito in uno stile eclettico che mescola vari motivi decorativi della regione, dalle arcate gotiche in mattoni ai motivi floreali in pietra, sorge in mezzo a Köllnischer Park.
Fino a pochi anni fa, si potevano qui ammirare alcuni (tristissimi) orsi che, colpevoli solo di appartenere alla specie-simbolo della città di Berlino, vivacchiavano in un recinto sotto al livello del parco. Dopo diverse generazioni ursine, l’ultima superstite Schnute è spirata nel 2015. Alla loro memoria dedichiamo questa passeggiata!

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