Via del Pratello

La mappa rappresenta una buona porzione della parte occidentale di Bologna all’interno della cerchia dei viali.

Segni convenzionali

Linee grosse parallele – porzione dei viali;
linea grossa – via del Pratello;
linee sottili – tutte le altre strade;
spazi a righette oblique – piazze;
spazi punteggiati – giardini;
pieni – edifici di rilievo;
cerchio vuoto – porta Sant’Isaia;
cerchio pieno – porta San Felice.

Andiamo nel Pratello

Via del Pratello, o più semplicemente “il Pratello”, è stata una delle vie di popolo e povertà di Bologna. Oggi, a questo tratto che ancora la caratterizza, si è aggiunta una festosa e perenne movida che la riempie di gente, bar, ritrovi e ovunque si può mangiare e bere nei dehors sotto i portici. Oltre a ciò, da queste parti trovano accoglienza vivacità di idee e di esperienze, nonché un indocile spirito resistente.

Ma esploriamo la mappa. Disponetela in verticale con la scritta in alto. A destra della scritta una freccia nell’angolo vi indica il nord.

Una esplorazione sommaria ci denuncia un insieme di linee che a primo tocco non ci dicono molto. Dobbiamo allora soffermarci con maggiore attenzione. In alto in orizzontale non vi sarà difficile individuare due linee dritte parallele: è una porzione dei viali di circonvallazione della città. Un tempo invece dei viali qui c’erano le mura erette nel 1300 e abbattute nel 1902. Per questo percorrendoli si incontrano le dodici porte di Bologna. Infatti lungo queste linee trovate un tondo vuoto ed è porta Sant’Isaia, da cui si diparte verso l’alto via Andrea Costa (nella mappa ce n’è un moncone).

La porzione di viale che dal margine sinistro del foglio arriva qui si chiama viale Pepoli. Un’altra porzione è quella che procede verso destra ed è viale Vicini. Nella mappa raggiunge un altro tondo stavolta pieno, proprio al margine destro del foglio ed è porta San Felice da cui si diparte, sempre verso l’alto, via Saffi, porzione della via Emilia, anche qui col suo moncone.

Ma noi dobbiamo entrare in città. Dal tondo di porta Sant’Isaia (vuoto perché la porta non c’è più) entriamo nella via omonima, la linea retta che un po’ obliquamente segna il margine sinistro della nostra rappresentazione. Finisce in una piazza lunga e stretta, quasi una strada larga (lo spazio segnato da lineette oblique) ed è piazza Malpighi, verso il margine inferiore del foglio.

Se i viali sono al posto delle mura del 1300, dalle parti di questa piazza c’era il fossato delle mura del Mille. Ciò significa che i circa 600 metri di distanza tra viali e piazza segnano l’ampliamento che ha avuto Bologna in quei tre secoli, almeno da questa parte.

Verso il margine di sinistra, invece, perpendicolare a via Sant’Isaia si protende il moncone di via Nosadella. Non abbiamo segnato altre vie che vanno in questa direzione, benché ci siano. Abbiamo segnato invece quelle che collegano via Sant’Isaia con la famosa via del Pratello che è poi il centro del nostro interesse.

Sono linee orizzontali e sono in quest’ordine cominciando dall’alto:

via Calari che fiancheggia piazzetta San Rocco (il rettangolino rigato),
. via Pietralata e
. via De Marchi.

Torniamo ora in via Calari, la prima orizzontale e parallela ai viali. Percorriamola da sinistra a destra.

Raggiunta piazzetta San Rocco, prosegue fino all’Opificio della Grada (il rettangolo pieno sulla destra), attraversa via della Grada e superata quella rasenta la Grada, cioè la grata che chiudeva il passaggio oltre le mura sul canale di Reno, che passa da lì ed entra in città (pieno tra via Calari e il viale), raggiungendo via San Felice molto vicino alla porta.

Da piazzetta San Rocco si diparte anche via Santa Croce che va anch’essa verso via San Felice, ma non la raggiunge perché si ferma in via della Grada. Scendendo un poco, prendiamo finalmente via del Pratello (la linea grossa che attraversa la mappa dall’alto al basso. È lunga circa 600 metri. La percorriamo lentamente dall’alto verso il basso.

Appena lasciata piazzetta San Rocco troviamo un’altra via che parte dal Pratello e va in via San Felice, proprio lì dove sfocia anche via della Grada: è via San Rocco, che costeggia il piccolo giardino di San Rocco dedicato al liutaio bolognese Otello Bignami.

Proseguendo lungo via del Pratello incontriamo la già nominata via Pietralata che, partendo da via Sant’Isaia, la attraversa e procede dritta fino in via San Felice. La stradina che troviamo andando avanti è via del Paradiso, opposta al lato occidentale del carcere minorile (un pieno rettangolare poco sulla sinistra). Anch’essa congiunge Pratello e San Felice, qui meno distanti.

Oltrepassato il carcere troviamo la già nominata via De Marchi che, come via Pietralata e via Calari, parte da Sant’isaia, attraversa il Pratello, cambia nome prima in via del Borghetto e poi via dei Coltellini e arriva infine in san Felice ormai vicinissima.

Via De Marchi oltre a rasentare il carcere minorile fiancheggia una piazza (rettangolo a righe) su cui si affaccia un altro edificio: la piazza è piazza San Francesco, e l’edificio è una bella chiesa dedicata allo stesso santo. Altri due lati della chiesa affacciano sul giardino che noi abbiamo rappresentato con una area punteggiata.

Se proseguiamo fino a piazza Malpighi (quella superficie a righine che è quasi una strada larga verso il lato inferiore della mappa) troveremo che Via del Pratello e San Felice quasi si congiungono. E qui, con via del Pratello abbiamo finito.

Ma volete sapere anche come si chiamano le strade che la mappa riporta lungo il lato destro, oltre via San Felice? Cominciamo anche stavolta dall’alto.

Quella che con percorso non rettilineo si diparte dall’incrocio via san Felice, via della Grada, via San Rocco è via Riva di Reno. Un tempo non lontano (70 anni fa) era il cosiddetto canale di Reno che, attraversati i viali e superata la Grada, scorreva lungo la via della Grada, attraversava San Felice e si inoltrava nel centro di Bologna per questa che oggi è una strada. Il canale è stato interrato nel corso degli anni ’50.

Proseguendo verso il centro, superate a sinistra via Pietralata e via Paradiso, a destra c’è via dell’Abbadia che si biforca: con un ramo raggiunge via Riva di Reno, e con l’altro (quello che va verso il basso della mappa) arriva in via Lame.

Completiamo l’illustrazione della mappa ripercorrendo qualche dettaglio su piazza Malpighi. Partiamo da sinistra. Il moncone che raggiunge il margine è via Nosadella; poi, dritta verso l’alto c’è via Sant’Isaia, a seguire il giardino di san Francesco, via del Pratello, poi via San Felice che procede verso il basso della mappa con il moncone di via Ugo Bassi, all’incrocio con via Marconi, che va verso il lato destro della mappa e che si biforca in via delle Lame.

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