La mappa rappresenta la pianta della basilica di San Petronio a Bologna.
Segni convenzionali
Le linee grosse rappresentano i muri perimetrali;
i bottoni rotondi sono le colonne;
le linee brevi rappresentano i muri divisori delle cappelle o di altro spazio;
linee sottili parallele rappresentano le scalinate;
la linea punteggiata è la meridiana;
i rettangoli punteggiati rappresentano gli organi.
Esplorazione
Mettete la mappa con la scritta in stampatello in verticale a destra. Così avrete in alto grosso modo il nord e l’ingresso della chiesa che quindi non rispetta la disposizione canonica dell’orientamento ovest-est. Se volete l’esatta direzione nord-sud, osservate la linea punteggiata: è quella.
Osservate ora la forma complessiva della pianta: è rettangolare con una sporgenza semicircolare in basso, che è è l’abside. Dunque non ha nemmeno la forma di croce, come tante chiese. Il fatto è che la chiesa non è finita! Già bella grande così, avrebbe dovuto espandersi ulteriormente ma un po’ finirono i soldi, un po’ il cardinale legato del papa nel ‘500 le piazzò di fianco la sede dell’università chiamata Archiginnasio, per impedirne l’ampliamento con la possibilità che diventasse una chiesa più grande di San Pietro a Roma. Se venite a Bologna, vi portiamo a toccare con mano i segni evidenti dell’interruzione dei lavori.
Pensate che doveva misurare 180 metri di lunghezza e 137 di larghezza massima. Anche la facciata, che si può inscrivere in un triangolo equilatero, simbolo dell’Altissimo, è rimasta incompleta. Comunque, anche così, è ancor oggi la quinta chiesa più grande del mondo cattolico con i suoi 132 metri di lunghezza e 66 di larghezza: un campo da calcio ci starebbe, no? I bolognesi cominciarono a costruirla il 7 giugno 1390 e posero nello scavo delle fondamenta una grande lastra con lo stemma del Comune a simboleggiare la natura civica, e non clericale, di San Petronio.
Partiamo dall’alto della mappa. Trovate tre righe sottili che indicano la gradinata che dà sul lato sud di piazza Maggiore. Virtualmente li saliamo e ci troviamo al cospetto della facciata, su cui si aprono tre porte. Scegliamo di entrare in quella centrale. Notate ora quella linea punteggiata sulla destra? È la striscia di ottone della meridiana. Attenzione: è la più grande del mondo! È lunga la seicentomillesima parte dell’Equatore e fu realizzata a metà del ‘600. Un raggio di sole entra da un buchino nel soffitto e quando è mezzogiorno batte su questa striscia, ora più verso la porta, nel solstizio d’inverno, ora più in mezzo alla chiesa in quello d’estate.
Seguite questa riga e vedrete che sfiora due colonne ed è quindi un po’ storta rispetto alla chiesa: per forza! La meridiana è proprio in direzione nord-sud, mentre la chiesa no. Seguite ora invece la fila delle colonne lambite dalla meridiana: dividono questa navata da quella centrale.
Sul lato destro rispetto a voi trovate i muri che dividono una cappella dall’altra. Le avete trovate? Sono quasi quadrate, addossate al muro esterno e aperte verso il centro della chiesa. Notate che alcuni dei muri divisori terminano con una mezza colonna. Sull’altro lato della mappa trovate lo stesso assetto, ma speculare.
Portatevi ora nella parte della mappa più vicina a voi. Al centro trovate uno spazio delimitato su tre lati: è il presbiterio, cioè lo spazio riservato al clero celebrante. Infatti al suo centro un quadratino vuoto indica il pulpito. Davanti al pulpito c’è la scalinata per accedervi. A destra e a sinistra sono rappresentati i due organi con dei rettangoli lunghi e stretti a puntini.
Scendete ancora verso di voi e trovate una linea semicircolare molto sottile: questo è il quarto lato del presbiterio. Scendete ancora verso di voi, cioè verso la parte più a sud della chiesa e trovate la curva semicircolare dell’abside.