Bologna – Centro Storico

Questa mappa è una rappresentazione semplificata del centro di Bologna.

Segni convenzionali

Le linee rappresentano le vie principali;
i puntini fitti e bassi indicano spazi aperti (piazze e giardini);
ingrossamenti delle linee indicano edifici di particolare interesse.

Esplorazione

Metti l’angolo tagliato in alto a destra. Ora ti trovi la scritta braille e stampatello “Bologna city center” in verticale a destra, la pianta della città che occupa quasi tutto il foglio e una croce in basso a sinistra che indica la vera direzione rispetto ai punti cardinali, che si discosta lievemente dalla disposizione del foglio.

A Nord si trovano la pianura padana, il Po e la provincia di Ferrara, a ovest la provincia di Modena, ad est la Romagna e le province di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, a sud le colline e poi la Toscana.

Segui ora con le dita il perimetro esterno della piantina. La forma è tondeggiante, un po’ ovale. Questa è la circonvallazione dei viali dove un tempo sorgevano le mura più recenti. Sono 8 km. Nei punti in cui la linea dei viali incrocia le vie interne incontri dei quadratini, ora vuoti ora pieni: sono le porte, che una volta c’erano davvero e che oggi restano solo in parte. Sono ancora in piedi quelle con i quadratini pieni, sono invece tramutate in piazze quelle con i quadratini vuoti. Sono dodici come gli apostoli o i segni dello zodiaco. Dalle porte si dipartono vie che quasi come raggi irregolari convergono verso il centro.

Primo itinerario – dalla stazione ai giardini Margherita

Trovate adesso due segni che sporgono dal contorno dei viali: uno al centro in alto, a nord, ed è la stazione ferroviaria, l’altro in basso a destra, quindi a sud, rettangolare, di puntini piccoli: sono i giardini Margherita.

Ora proviamo ad andare dall’uno all’altro di questi due punti attraversando quindi la città. Partiamo dalla stazione da dove, forse, sei arrivato. Segui la riga che, dopo una elle, attraversa i viali e si inoltra nel centro. È via Marconi, una grande via che la città ha dedicato ad uno dei suoi figli più illustri, con ampi portici da entrambi i lati e con uno spartitraffico in mezzo su cui si trovano le pensiline degli autobus.

Seguendo via Marconi verso il centro, ti trovi all’incrocio con diverse strade. È uno dei tre punti a cui convergono le vie provenienti dai viali e dalle porte. Lì sono le contigue piazze Malpighi e San Francesco. Le trovi, segnate da puntini bassi? Tu però prendi la via che va verso destra facendo un angolo retto con via Marconi: è via Ugo Bassi, uno dei nomi che prende la via Emilia passando attraverso la città e che quindi va grosso modo in direzione est-ovest.

Seguila attentamente e al di sotto di essa troverai un grosso agglomerato di punti d’interesse e di spazio aperto: è piazza Maggiore con gli edifici che vi si affacciano. È il secondo punto a cui convergono diverse vie principali.

Ma tu non ci devi andare. Trovi anche una via perpendicolare che va verso nord, quasi parallela alla via Marconi che hai già fatto: è via Indipendenza. Ma tu procedi pure verso est, cioè verso destra. Ora la via Emilia si chiama via Rizzoli. Dopo poco ti ritrovi a nord un altro spazio aperto: è piazza Ravegnana, il terzo punto a cui convergono diverse strade importanti di Bologna, e che è dominata dalle celebri due torri.

Non andarci! Ma prendi la prima che trovi in direzione sud-est. È via Castiglione. Il primo punto grosso che trovi è palazzo Pepoli, col bel museo della storia di Bologna; il secondo puntone, quando ormai hai raggiunto i viali, è invece il Cavazza. Adesso arriva pure alla porta Castiglione, attraversa i viali, ed eccoti finalmente ad uno degli ingressi dei giardini Margherita. Prova adesso a fare il percorso a ritroso e a tornare alla stazione! E non perderti!

Secondo itinerario – il giro delle porte

Procediamo lungo i viali in senso orario partendo da porta Castiglione, una delle porte sud di Bologna. Se hai fatto l’itinerario precedente la conosci già.

Dopo porta Castiglione c’è porta D’Azeglio o porta San Mamolo. Succede che a Bologna diverse porte prendano due nomi, uno dalla strada entro porta, l’altro da quella che prosegue fuori. In via d’Azeglio, quella dentro, c’è la casa di Lucio Dalla, anche se qui non è segnata. Via San Mamolo invece porta verso le colline che Cremonini percorreva con la Vespa 50 Special e dove troveresti le ville dei ricchi.

Dopo porta D’Azeglio, proseguendo lungo il viale, trovi porta Saragozza, la porta più intera di tutte. Lì c’è stato per tanto tempo il Cassero, circolo gay, e proseguendo fuori porta lungo il portico di via Saragozza (stesso nome dentro e fuori porta) potresti arrivare alla salita porticata della collina della Guardia, sopra cui c’è la famosa, almeno per noi bolognesi, basilica di San Luca. Questo è il portico più lungo del mondo, che va dalla porta a San Luca: quasi 4 km.

Dopo Porta Saragozza c’è porta Sant’Isaia, e già ci volgiamo verso ovest. Uscendo da lì, in una decina di minuti a piedi arrivi allo stadio Dall’Ara dove il Bologna perde le sue partite. Dalla mappa ti può sembrare che a questa porta arrivino due strade: non è proprio così, ma quasi. Nella realtà infatti la via del Pratello, via pedonale e centro della movida, arriva ai viali per conto suo. Lì i bolognesi di cinque secoli fa distrussero la porta, che sarebbe stata la tredicesima, perché da lì erano scappati i Bentivoglio, signori a quel tempo malvisti, e non si voleva che da lì tornassero.

La porta successiva è porta San Felice, o porta Saffi: da qui passa la via Emilia. Quindi proseguendo per questa strada, che adesso si chiama via Saffi, verso ovest arriveresti a Modena. Risalendo verso nord trovi porta Lame, dove si tenne un celebre episodio della Resistenza.

Eccoci di nuovo alla stazione, ma qui non c’è la porta. Ce n’è una subito dopo, porta Galliera, che ci porterebbe verso Ferrara. Porta Mascarella è l’ultima delle nostre vie verso il nord. Non ci trovate la via che ci arriva, ma è solo perché abbiamo voluto fare una cartina semplificata.

La porta successiva è detta San Donato o Zamboni. Qui c’è l’università, che chiamiamo “alma mater”: vuol dire “madre che ci dà nutrimento”. Il nutrimento lo dà certo agli studenti affamati di scienza che vi si iscrivono, ma lo dà anche ai numerosi bolognesi che affittano a caro prezzo appartamenti, stanze, stamberghe e covili ai suddetti affamati studenti. Se ti inoltri col dito lungo una delle due vie che arrivano a questa porta, ci trovi lo spazio aperto verso sud di Piazza Verdi, e verso nord dell’università e del teatro comunale, praticamente in un blocco solo.

Proseguendo lungo i viali esterni arriviamo a porta San Vitale. Incamminandoci per Via Massarenti, che esce da qui, fiancheggeremmo dapprima il grande ospedale Sant’Orsola, poi arriveremmo alla sede del “Resto del Carlino”, il vituperato giornale locale, poi al villaggio di Villanova da cui la civiltà detta villanoviana e dopo un centinaio di chilometri raggiungeremmo Ravenna.

Segue porta Mazzini o porta Maggiore: strada Maggiore è un ennesimo nome della via Emilia, e proseguendo verso est arriveremmo a Imola, Faenza, Forlì, Rimini. La dodicesima e ultima porta è porta Santo Stefano, di fronte alla quale c’è l’altro ingresso dei già citati giardini Margherita. Uscendo da qui, per via Murri e poi via Toscana si arriva appunto in Toscana.

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