La mappa rappresenta i confini dell’Ucraina, alcune città al suo interno, la Crimea e i limiti delle regioni del Donetsk e del Lugansk.
Segni convenzionali
Linea in rilievo grossa – la costa;
linea in rilievo sottile – i limiti delle regioni del Donetsk e del Lugansk;
pallini – città;
croce – Chernobyl;
vuoto interno – territorio ucraino;
vuoti esterni – mar Nero e mar d’Azov;
spazio tratteggiato – la Crimea;
linea punteggiata – il fiume Dnepr;
pieno a rilievo – stati confinanti;
linee incavate nel pieno – confini fra gli altri stati.
Esplorazione
Disponete la mappa in orizzontale con la scritta in alto. Quello è il nord. Il disegno è molto semplice e ad una prima esplorazione appare piuttosto vuoto, con alcune aree piene attorno. L’area vuota compresa tra queste è l’Ucraina, quasi tutta una grande pianura.
Ne “La tregua” Primo Levi ne parla così: “Un giorno provammo ad inoltrarci nella pianura a raccogliere erbe mangerecce: ma dopo mezz’ora di cammino ci trovammo come in mezzo al mare, al centro dell’orizzonte, senza un albero, un’altura, una casa da scegliere come meta. A noi italiani, abituati alle quinte di montagne e colline, e alla pianura gremita di presenze umane, quello spazio immenso, eroico, dava la vertigine, e ci appesantiva il cuore di ricordi dolorosi”.
Così è questa terra d’Ucraina, con una superficie due volte l’Italia, dove vivono 44 milioni d’abitanti. Adesso le gireremo attorno.
Lungo i confini dell’Ucraina
Facciamo una specie di gioco? Sedete a capotavola e mettete le braccia sulla tavola che avete di fronte. Mettetele a formare un cerchio ma le mani, pur vicine, non devono toccarsi: ci siete? Bene.
Allora, voi adesso siete l’Ucraina e avete la faccia rivolta a sud.
Al vostro fianco sinistro si estende la Russia, e tanto si estende che il vostro braccio sinistro è proprio Russia. Alle vostre spalle c’è la Bielorussia, al vostro fianco destro ci sono Polonia, Slovacchia, Ungheria, Moldavia e Romania.
Il vostro braccio destro è la Crimea e la superficie del tavolo racchiusa tra le vostre braccia è il mar d’Azov. Il resto del tavolo è il mar Nero. Ma vediamo chi sono gli invitati a questa tavola! Cominciamo da destra.
La prima è la Romania, che occupa quasi tutto il lato. In fondo si affaccia in angolo la Bulgaria. Di fronte a voi, a capotavola dall’altra parte, c’è la Turchia. Risalendo lungo il lato sinistro, in angolo si affaccia la Georgia appena appena e poi, risalendo, tutta la costa è russa, appunto fino a comprendere anche il vostro braccio sinistro.
Ancora tre precisazioni: gli attuali confini hanno subito, anche solo nell’ultimo secolo, vistosi rimaneggiamenti, e non è detto che restino così come li abbiamo disegnati. Ne consegue che i nomi delle città, dei fiumi, delle regioni suonano e si scrivono in maniere diverse a seconda che il nome sia in russo o in ucraino o in qualcuna delle altre lingue frequentate da queste parti. In più si aggiungono le difficoltà di traslitterazione dal cirillico, quindi non vi stupite se avvertite qui o nelle cronache dei giornali le stesse cose chiamate con nomi leggermente diversi a cominciare da Ucraìna o Ucràina. Infine, in questo Paese ci sono certamente russofili, quelli che hanno portato alla separazione di alcuni territori ucraini, poi ci sono persone di etnia russa, che non coincidono coi russofili, e infine ci sono russofoni, cioè persone che parlano russo abitualmente o in frequenti occasioni e sono molte di più dei due gruppi precedenti.
Ciò detto, portate le mani sulla mappa e osserviamo il tutto un po’ più in dettaglio.
Dovreste trovare con facilità una linea punteggiata che vaga qua e là per la mappa e la divide da nord a sud: è il fiume Dnepr, uno dei grandi fiumi dell’est-Europa. È lungo 2200 km. È nato in Russia, passa in Bielorussia – anzi fa da confine fra questa e l’Ucraina per un centinaio di km – bagna Kiev, la capitale (trovi il pallino sul fiume e a fianco la sigla “KY”), piega verso sud-est ma poi ci ripensa e svolta verso sud-ovest, sfociando nel mar Nero con un lungo estuario non lontano dalla città di Odessa (sigla “OD”). Lungo il suo corso ci sono dighe e bacini per le centrali idroelettriche da cui l’Ucraina ricava il 10% della sua elettricità. Uno di questi bacini è quello di Zaporiggia, che avrete sentito sicuramente nominare e che è sede di una importantissima centrale nucleare. A proposito, avete notato quella crocetta non lontano da Kiev? Quella è Chernobyl.
Ma torniamo alla foce del Dnepr. Ora seguiamo i confini ucraini in senso orario. Quasi subito incontriamo Odessa col suo porto sul mar Nero. Proseguendo a sud-est, il territorio ucraino ha una strozzatura per poi allargarsi in un’ultima propaggine meridionale. Qui c’è la prima parte del confine con la Romania e qui sfocia in delta il Danubio.
Nell’angolo sud-ovest di questa propaggine c’è il solco che divide la Romania più a sud dalla Moldavia più a nord. Oltrepassiamolo e seguiamo invece il margine tra vuoto (Ucraina) e pieno (Moldavia). Fa una bella gobba in su e poi va deciso verso ovest. Si situa lungo questo confine, non evidenziata dalla nostra mappa, la piccola repubblica di Transnistria (più piccola della provincia di Bologna) che si è distaccata dalla Moldavia nel 1990 e che nel 2014 ha chiesto l’adesione alla Russia.
La Moldavia finisce e un nuovo solco mette a contatto Ucraina con Romania. Siamo ora ad ovest. Per brevi tratti l’Ucraina confina con l’Ungheria e con la Slovacchia e poi, per un tratto ben più lungo, con la Polonia. È a poca distanza da questo confine che sorge la città di Leopoli (sigla “LV”). È qui che affluisce gran parte dei profughi.
Tra le due guerre questo confine era molto più ad est e quando, dopo la seconda guerra, fu spostato ad ovest – cioè dov’è ora – furono milioni i profughi che fuggirono verso il confine opposto, quello con la Germania, per cercare di sfuggire al regime di Stalin. A quei tempi questo era tutto un confine sovietico e non c’è da stupirsi che la Polonia facesse parte del Patto di Varsavia, che era l’organizzazione militare contrapposta alla nostra NATO a cui, invece, la Polonia ha aderito dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica.
All’estremo angolo nord-ovest un solco nel pieno separa Polonia da Bielorussia. Vedete quant’è vicino Chernobyl al confine? Seguendolo incontriamo la linea punteggiata del Dnepr che superiamo. Dopo un po’ un nuovo solco segna il confine tra Bielorussia e Russia. Lo seguiamo e una sigla (che abbiamo per comodità stampato in territorio russo) ci indica un pallino che invece è in territorio ucraino: è Kharkiv (sigla “KK”). Ecco spiegato perché questa città è stata una delle prime a subire l’aggressione di Putin.
Nella parte più orientale dell’Ucraina troviamo due aree racchiuse da linee più sottili di quelle che delimitano la costa: sono le due regioni del Lugansk più a nord, e del Donetsk più a sud. È qui che dal 2014 si combatte la cosiddetta guerra del Donbass.
Donbass è il nome del bacino del fiume Donec, che è un importante affluente del fiume Don. Il Donbass è una zona molto ricca di carbone, ma attenti a non confondere i nomi con tutti questi “don”: facciamo chiarezza.
Il Don è un fiume tutto russo che sfocia nel mar d’Azov, e anzi lo riempie talmente di limo che la massima profondità di questo mare è di soli 13 metri. Il Donec (o Severskij Donec) ne è un affluente e il suo bacino è il cosiddetto Donbass. Ma Donetsk è anche una delle regioni che attraversa.
Ma badate: abbiamo scritto “regioni” perché un conto sono le regioni, un conto le repubbliche omonime autoproclamate che però non le occupano totalmente. Infatti nella regione del Donetsk trovate il pallino che indica Mariupol (sigla “ML”) che non fa parte delle repubbliche e che l’esercito russo ha ripetutamente attaccato. La città si trova pericolosamente vicina al confine russo e si affaccia su quel mare molto chiuso che è il mar d’Azov, la cui costa est è russa e quella ovest è della Crimea.
Abbiamo evidenziato la Crimea con tante piccole righe all’interno perché nel 2013 si è separata dall’Ucraina e poi è stata annessa alla Russia. Ha più o meno l’estensione dell’Emilia-Romagna, ad est uno stretto la divide dal territorio russo ed è congiunta all’Ucraina da un istmo sottile. Pare che una delle intenzioni di Putin sia di conquistare una fascia di terra che passando a nord del mar d’Azov congiunga le terre russe ad est con la Crimea ad ovest. Per questo la città di Mariupol che si trova proprio su questa fascia è continuamente bombardata dagli invasori.
Se aggiriamo la penisola di Crimea usciamo dal mar d’Azov ed entriamo nel mar Nero e seguendone la costa arriviamo di nuovo alla foce del Dnepr, da cui il nostro giro è cominciato.