La voce dei soci - Intervista a Elisabetta9 novembre 2020
La voce dei soci - Intervista a Elisabetta
In questo momento storico
particolare, dove siamo tutti tenuti a mettere obbligatoriamente in pausa le
nostre vite frenetiche, abbiamo pensato di dedicare un po’ di tempo a
raccontarci. Raccontare il lato umano dell’associazione: le persone che ne
fanno parte. Per questo motivo lanciamo una piccola rubrica, “La voce dei
soci”, per dare spazio ai soci e alle socie che si affidano a noi per curare i
propri viaggi, ma anche alle persone che lavorano assiduamente per realizzarli
e ai collaboratori esterni che rappresentano un supporto importante alla nostra
attività.
La
prima intervista di questa nuova rubrica vede come protagonista Elisabetta, una
nostra socia amante dei viaggi e con uno spirito decisamente avventuroso!
![]()
Elisabetta, grazie per aver
accettato di partecipare a quest’intervista. Vuoi presentarti ai lettori del
sito?
Sono una signora di Bologna non
vedente, quasi completamente cieca da un anno circa. Ovviamente la mia vita è
cambiata moltissimo: purtroppo non ho potuto più lavorare e in un primo momento
ho dovuto rinunciare a molti dei miei hobby. Essendo stata prima ipovedente (inizialmente
avevo perso la vista ad un solo occhio), ero abituata a muovermi in autonomia:
mi piaceva tantissimo andare al cinema e a teatro. Adesso invece è più
difficile per me spostarmi, soprattutto orientarmi in strada e in luoghi che
non conosco.
Come hai conosciuto La
Girobussola? E qual è stata la tua prima impressione dell’associazione?
Un po’ di tempo fa un mio
amico, psicologo e anche lui con problemi visivi, mi aveva dato il nominativo
dell’associazione. Io all’epoca ero abbastanza prevenuta: avevo un po’ di remore
a viaggiare con altri ciechi. Per qualche motivo non me la sentivo. Col senno
di poi, capisco di aver sbagliato a frenarmi. In ogni caso, in quel momento misi
da parte questo consiglio, lo lasciai sepolto in un cassetto. Per caso poi, e
anche per fortuna, il nome de La Girobussola è rispuntato fuori! I disabili non
sono ben accetti nella società, almeno questo è quello che penso io. Il caso ha
voluto che Andrea, dell’Unione Ciechi, mi parlasse dell’associazione, di cui io
nel frattempo mi ero dimenticata, e mi diede l’indirizzo. Parlai con Paolo
(Giacomoni, ex presidente dell’associazione, ndr) e lui mi fece conoscere
Ilaria, un’accompagnatrice carinissima, e così iniziai a fare delle gite con
lei. Da quel momento, nonostante alcuni periodi di fermo a causa di alcuni
interventi che ho dovuto subire, ho iniziato a fare tantissime attività con La
Girobussola. Tutte le settimane!
Parlaci delle tue esperienze di
viaggio: quali ricordi con più affetto?
I viaggi che ho fatto con
Ilaria sono stati tutti bellissimi. Pergine, che è stato un viaggio di gruppo
con altri soci non vedenti, e poi Siena e Volterra. Il viaggio a Volterra mi è
piaciuto particolarmente, Ilaria è una guida bravissima e mette l’anima in ciò
che fa: prepara i viaggi in maniera meravigliosa, programma tantissime attività
(anche troppe!) e spiega in modo sempre chiaro. Durante il viaggio mi ha
organizzato un incontro con un etruscologo e per me è stata la cosa più bella
in assoluto: lui è il direttore del Museo di Volterra e ci ha tenuto una
lezione dentro il giardino del museo stesso. Ci ha parlato degli etruschi,
della storia della città, ma non solo. Ci ha accompagnati dentro il Museo e mi
ha fatto toccare tantissime riproduzioni di opere e reperti di epoca etrusca:
fibule, statue, ciotole, urne cinerarie…E’ stato davvero emozionante! Lui poi è
stato carinissimo e affettuoso. Sempre durante lo stesso viaggio, ho avuto un
altro incontro -per me molto speciale- con un regista teatrale, Armando Punzo,
che lavora con i detenuti nel carcere di Volterra. Io già a Bologna avevo
visto, all’Arena del Sole, degli spettacoli simili del regista Nanni Garella e
mi interessa molto quel tipo di lavoro artistico e sociale. Perciò ho
apprezzato tantissimo l’incontro. Abbiamo visitato anche il giardino
meraviglioso dell’Acropoli e gli scavi del teatro romano con una guida molto
preparata. Ilaria, oltre a curare l’aspetto culturale dell’itinerario, è
bravissima anche a trovare posti carini in cui andare a mangiare e rifocillarsi
dopo una giornata impegnativa. Ma grazie a La Girobussola ho fatto anche
tantissime gite di mezza giornata o di una giornata intera, con Marta e Luigi,
e anche con loro sono sempre rimasta soddisfatta. Bologna l’ho girata tutta,
sono stata due volte a Ferrara, ho visitato la mostra di Chagall e quella di
Monet, sono andata al Museo per la Memoria di Ustica e al Mambo… Posso dire
che ho visto di tutto e di più! Avendo conosciuto La Girobussola e i ragazzi
che ci lavorano, posso dire che ho sentito meno il peso del mio handicap.
Non so come avrei reagito a questa nuova condizione se non ci fosse stata
l’associazione. Il fatto di non vedere e di conseguenza non poter fare più
certe cose è stata una sfida dura per me. Adesso non faccio più le cose che
facevo prima ma ne faccio altre, sicuramente diverse, ma comunque belle. Sono
felice e il lavoro dell’associazione ha sicuramente contribuito, merito della
sensibilità dei ragazzi e del servizio che offrono, davvero professionale e
completo.
Quali sono le difficoltà con
cui ti scontri più spesso quando fai un viaggio? Secondo te come potrebbero
essere risolte?
Ma sai che io in fin dei conti
non ho avuto delle difficoltà? Credevo che ne avrei avute: spostarsi in un
albergo e in una stanza che non erano casa mia mi sembrava difficile, ma me la
sono cavata. L’unica volta in cui mi sono trovata in difficoltà è stata quando
in un albergo a Pergine, in Trentino, mi spostarono il beauty case dal
panchettino su cui l’avevo poggiato. L’ho ritrovato, dopo mille peripezie,
appeso in alto ad un gancio che non sapevo ci fosse... Sono diventata matta per
trovarlo!
E invece, cosa ti colpisce di
più di un luogo che scopri per la prima volta?
A me piacciono molto le opere
d’arte, i palazzi, le chiese, i panorami. Ovviamente non vedendo più non li
posso più visitare e percepire allo stesso modo, e questo mi rattrista. Con il
tatto poi, a dispetto di quanto si crede, non mi trovo molto bene.
Quindi preferisci farti
raccontare i luoghi e gli oggetti che hai di fronte?
Sì, anche se ovviamente non è
la stessa cosa. Mi ricordo di un episodio in cui Ilaria ha faticato tantissimo
a spiegarmi il Duomo di Siena perché c’era una piantina tattile ma non era
fatta in maniera molto comprensibile. Infatti, lei poi ha parlato con il
personale facendo notare questa cosa. Devo dire poi che Marta (Giacomoni,
fondatrice, ndr) è bravissima a spiegare le opere d’arte, con lei ho sempre
capito tutto, e non è una cosa scontata.
Che tipologia di viaggio
preferisci e perché?
Mi piacciono i viaggi
culturali, incentrati sull’arte e la cultura. E soprattutto adoro vedere le
mostre, è una cosa che facevo anche prima, la passione non si è mai
affievolita.
Hai qualche consiglio da dare
alle persone con disabilità visive che vorrebbero iniziare a viaggiare ma non
sanno come fare?
Direi loro di lanciarsi. Io
sono una persona che per carattere non si tira indietro, sono sempre andata
avanti. Per dirtene una: l’ultimo spettacolo teatrale che ho fatto avevo il
braccio ingessato! Ero caduta, ma non volevo rinunciarci. Mi piace molto
sperimentare e penso che non si debba mai rinunciare a provare. E soprattutto
non bisogna chiudersi in se stessi: non è detto che se una persona non vede
debba essere per forza infelice e triste. Certamente non voglio sottovalutare i
risvolti negativi di questo handicap…Però ti posso dire che io sono più felice
adesso rispetto a prima. La mia vita è cambiata ovviamente, ma sono contenta di
quello che ho. Quello che mi preme sottolineare è di non dare per scontato che
una persona cieca sia infelice, perché io non lo sono!