La mappa rappresenta le coste e i confini interni dell’Asia e le parti adiacenti dell’Africa, dell’Europa e dell’Oceania.
Segni convenzionali
Pieno, nero – territori non asiatici;
linee – la costa e i confini interni tra gli Stati;
scritte braille – nomi o iniziali del nome dello Stato;
il vuoto è il mare o, se all’interno della costa, il territorio degli Stati asiatici;
superfici rigate – il Mar Nero e il Mar Caspio.
Esplorazione
Disponete la mappa per il lungo, con l’angolo tagliato in alto a destra. Così il nord è sul lato lungo più lontano da voi.
Una prima esplorazione a due mani vi fa subito trovare un’area tutta piena a sinistra: sono parti dell’Africa e dell’Europa. Poi un gran vuoto a nord con l’inequivocabile scritta “Russia” e, se scendete un po’ evitando le zone intricate, ne troverete un’altra bella grande con “Cina” al centro.
Quindi, in sintesi, l’Asia ha la Russia a nord, la Cina al centro, Arabia, India e Indocina a sud, tre grandi penisole che si spingono nell’Oceano Indiano.
Fin qui è tutto facile, ma purtroppo non possiamo fermarci qui!
Il fatto è che l’Asia è enorme: 44 milioni e mezzo di kmq, tanto che l’Europa quasi potrebbe esserne una penisola, 49 Stati a volte con confini in via di definizione, 4 miliardi e mezzo di abitanti… ma noi abbiamo a disposizione per ora un solo foglio A3, nel quale l’Asia ci sta proprio stretta. Dovremo perciò sorvolare su alcuni dettagli.
Il giro dell’Asia
Se percorrete il lato sinistro della mappa, a metà del lato troverete un varco di mare che interrompe il muro compatto delle terre. Quelle al di sopra sono Europa, quelle al di sotto sono Africa.
Il mare nel quale ci stiamo bagnando è il Mediterraneo di cui qui trovate solo la parte orientale. Inoltratevi lungo questo canale lungo e stretto. Passiamo a sud della Grecia, di Creta, di Cipro e arriviamo in fondo. E qui c’è un primo groviglio inestricabile, perché in questa piccola area si addensano Israele, Palestina, Libano, Giordania e Siria. Proviamo a districarci il meglio che si può.
Cominciamo dai territori della Palestina, che è formata da due pezzi: la striscia di Gaza più a ovest e che si affaccia sul Mediterraneo, e la Cisgiordania più ad est, per una superficie complessiva pari alla provincia di Bologna, ma in cui si stringono ben 4 milioni di abitanti. Ha un suo governo, che però non ha i pieni poteri e che subisce da Israele aggressioni, restrizioni, controlli e colonialismo. La capitale sarebbe Gerusalemme Est, ma di fatto lo è Ramallah.
Tra la striscia di Gaza e la Cisgiordania s’insinua Israele, un po’ meno grande della Lombardia: poco più di 20mila kmq che comprendono anche il deserto, e una popolazione di 8 milioni d’abitanti che ci stanno anch’essi piuttosto stretti (400 per kmq). Si trova all’altezza del 31° parallelo, quindi più a sud dell’Italia meridionale.
Alle sue spalle, cioè ad est cioè senza sbocco al mare, c’è la Giordania, un regno con capitale Amman e, proseguendo ancora verso est, c’è l’Iraq (sigla “IQ”, cap. Bagdad).
Ancora sul Mediterraneo e a nord di Israele c’è il Libano, solo 10mila kmq (capitale Beirut) e risalendo ancora, la Siria (cap. Damasco).
Di tutti questi Stati l’unica altra sigla che potete trovare è la “S” di Siria stretta tra le linee di confine, perché è decisamente il più grande.
La costa qui piega verso ovest e, superata la Siria, costeggiamo la penisola anatolica cioè la Turchia, mentre in mezzo al Mediterraneo, non lontano dalle coste di Libano e Siria, potete trovare Cipro che è per metà turca.
A completare il quadro, tenete presente che tra Turchia, Siria, Iraq e Iran vive il popolo dei Curdi che invano tenta di costituire un proprio stato – il Kurdistan – ma ha trovato solo una certa autonomia politica nelle parti irachena e siriana a causa dell’indebolimento dei rispettivi governi.
La Turchia (sigla “TUR”, Cap. Ankara) si protende verso l’Europa, da cui la divide lo stretto dei Dardanelli, il Mar di Marmara e il Bosforo, infatti la sua città più grande e magnifica, Istanbul, è in parte asiatica e in parte europea e i confini turchi comprendono anche un pezzetto d’Europa, cioè della penisola balcanica.
Aggiriamo la Turchia e ci troviamo nel Mar Nero, che qui trovate leggermente rigato.
Al confine nord della Turchia, bagnata da questo mare c’è la Georgia (cap. Tbilisi). È uno degli Stati nati dalla frammentazione dell’Unione Sovietica e oggi con orgoglio usa una propria lingua e un proprio alfabeto. A sud, ma sempre al confine con la Turchia, c’è la piccola Armenia (29mila kmq) con capitale Erevan e senza sbocchi al mare. A sud e ad est si estende l’Azerbaigian che si affaccia sul Mar Caspio (anch’esso rigato) e ha per capitale Baku. Se avete pazienza, a differenza del nodo precedente, potete individuare questi tre Stati caucasici, benché non contrassegnati da sigle braille.
Ma ci eravamo prefissati di fare il giro dell’Asia e perciò torniamo nel Mar Nero e, muovendoci in senso antiorario, dopo la Turchia e la Georgia arriviamo in Russia. Proseguendo lungo le coste ci troveremmo poi in Ucraina, nel Mar d’Azov… ma ce ne occuperemo parlando d’Europa. Noi dobbiamo invece seguire il lungo confine asiatico della Russia che corre verso nord lungo gli Urali. Ad ovest la Russia europea, che non abbiamo fatto piena per poterci scrivere dentro, e a est l’immensa Russia asiatica chiamata Siberia.
È necessaria un’osservazione a questo punto: la Russia asiatica ci appare sulla mappa immensa e certamente lo è, ma un po’ meno di quello che qui appare. Infatti stiamo rappresentando sul piano una superficie che in verità è curva e va restringendosi verso il polo nord. Per rappresentarla è stato necessario stirarla, il che vale per tutte le rappresentazioni piane del globo, ma vale a maggior ragione per quelle più vicine ai poli.
La lunga fascia costiera artica si articola in grosse penisole piuttosto tozze che formano i bacini del Mar Bianco, Mare di Kara, Mare di Laptev, Mare della Siberia Orientale, tutti ricompresi nel più generico nome di Mar Glaciale Artico, dove sfociano almeno tre dei grandi fiumi russi: da ovest a est, l’Ob, lo Jenisej e la Lena.
Seguendo questa costa arriviamo al margine destro della mappa. Lì però la Siberia si avvicinerebbe tanto all’Alaska, e cioè agli Stati Uniti, che potrebbero toccarsi: tra loro infatti c’è solo lo stretto di Bering, 83 km, qui non riportato. Siamo oltre il 65° parallelo e dal Mar glaciale Artico passiamo nell’Oceano Pacifico.
Scendendo verso sud-ovest, seguendo la costa russa ci troviamo a circumnavigare la penisola di Kamchatka, più famosa per le battaglie del Risiko che per comuni conoscenze geografiche.
Ad oriente è bagnata dal Pacifico, ad occidente dal Mare di Ochotsk. È un po’ meno grande dell’Italia e abitata da meno degli abitanti di Bologna: solo 300.000!
Dalla punta sud della Kamchatka si sfila una striscia di isole in fila: sono le isole Curili, sempre russe, che come una stradina puntano verso le isole del Giappone (sigla “GIAP” esterna).
Il Giappone è un arcipelago di isole disposte più o meno ad arco da nord a sud, bagnate dal Pacifico ad oriente e dal Mar del Giappone ad ovest. E oltre quel mare c’è ancora la Russia con una striscia che arriva fino alla penisola coreana, e in quella striscia si affaccia la città di Vladivostok dove termina la Transiberiana, cioè la lunga linea ferroviaria che con soli… 9.300 km la congiunge a Mosca.
La penisola di Corea, come un naso del drago cinese che si allunga verso il Giappone, separa il Mar del Giappone a nord dal Mar Giallo e dal Mar Cinese Orientale a sud. Dagli anni ’50 del secolo scorso la penisola è ferocemente divisa in due: Corea del Nord (sigla “CN” posta in territorio cinese, capitale Pyongyang) e Corea del Sud (sigla “CS” nel Mar Giallo, cap. Seul). Tra le due il confine è stato tracciato lungo il 38° parallelo, lo stesso che passa da Catania. È il confine più armato del mondo!
Il Mar Giallo, oltre alle Coree, bagna anche la Cina che vi sfocia il Fiume Giallo. Più sotto e più grande c’è il Mar Cinese Orientale dove sfocia il Fiume Azzurro e che bagna le ultime isole dell’arcipelago giapponese ad est, la Cina a ovest e Taiwan o Formosa (sigla “TAIW” all’esterno) a sud. Finché riuscirà a mantenere la propria indipendenza la capitale è Taipei.
A sud di Taiwan, come gocce di cera che sgocciolino da una candela accesa sono disseminate a cascata le isole delle Filippine (sigla “FIL” all’esterno, cap. Manila), le cui ultime propaggini sfiorano terre dell’Oceania e di cui parleremo più sotto. Ugualmente all’Oceania appartengono quei puntini sparsi nella vastità del Pacifico: la Micronesia (sigla “MICRO” al centro).
Torniamo a Taiwan e passiamo l’omonimo stretto che la divide dalla Cina. Entriamo così nel Mar Cinese Meridionale. Seguendo la costa che va verso sud-ovest raggiungiamo la più orientale delle tre grandi penisole a sud dell’Asia. Questa è l’Indocina.
L’Indocina si trova tra il Mar Cinese Meridionale ad est e il Golfo del Bengala ad ovest; la sua estremità meridionale si suddivide in un ampio lobo a est e in una lunga appendice ad ovest, la Malacca, che giunge a contatto dell’arcipelago malese.
Ha una superficie di circa 2 milioni di kmq e si estende dal 1° al 23° nord, cioè tra l’Equatore e il Tropico del Cancro.
Vi trovano posto sei Stati: Vietnam, Laos, Cambogia, Malesia, Thailandia e Myanmar, cioè Birmania.
Il Vietnam, lungo e sinuoso che ne segue la costa orientale (sigla “VIE” nel mare, cap. Hanoi);
ad ovest del Vietnam c’è la Cambogia più a sud (sigla “C”, cap. Phnom-Penh) e il Laos, sempre ad ovest del Vietnam e a nord della Cambogia (sigla “L”, cap. Vientiane);
ad ovest ancora c’è la Tailandia (sigla “TH”, cap. Bangkok) che si affaccia sul grande golfo del Bengala, e più a nord Myanmar che noi conosciamo meglio come Birmania, Sigla “MY”, cap. Naypyidaw.
Farete un po’ di fatica a trovare le sigle, affogate tra le linee di confine!
E adesso andate a cercare la lunga appendice di Malacca! È come una lunga coda che penzola verso il basso: lì c’è una parte della Malaisia (noi diciamo anche Malesia!), quella che chiamano Malaisia peninsulare o occidentale. La Malaisia orientale invece si trova sull’isola sottostante la sigla “MAL”: quest’isola è il Borneo, appartiene all’Indonesia ed è un po’ come una matriosca: una sua parte, quella settentrionale, è la Malaisia orientale. All’interno c’è lo Stato di Sarawak (i lettori di Salgari ricorderanno questo nome!) all’interno del quale, indipendente, c’è il famoso Brunei che qui non siamo riusciti a mettere. L’ultima parte della coda, cioè della penisola di Malacca è l’isola di Singapore, così vicina alla terraferma da esserle congiunta con un ponte.
Ad ovest di Malacca c’è un’isola lunga disposta obliquamente in direzione nord-ovest sud-est: è Sumatra. Da lì passa l’Equatore e l’isola fa parte dell’Indonesia insieme al Borneo, di cui abbiamo detto, ma l’Indonesia è costituita da 17.509 isole, circa 2.342 delle quali abitate. Esse sono disseminate su entrambi i lati dell’Equatore. Oltre alle due già nominate le altre tre isole maggiori sono Giava, ancora asiatica, parte della Nuova Guinea e Sulawesi (qui piene perché appartenenti all’Oceania).
Giava è proprio sotto il Borneo, e anche sotto l’Equatore. È un’isola lunga in direzione est-ovest, ed è quella vicinissima alla “A” della scritta “INDONESIA”. All’est di Giava c’è Bali, che qui si distingue malamente al margine della mappa. Sono quelle che sono anche dette Isole della Sonda.
La parte oceanica dell’Indonesia è nell’angolo inferiore destro della mappa ed è la Nuova Guinea di cui l’Indonesia ha una parte. Consigliamo di consultare la carta dell’Oceania dove isole e penisole di quest’area sono più grandi per poterle distinguere meglio.
Intanto questi folti arcipelaghi ci hanno distratto dal nostro proposito di fare il giro dell’Asia. Allora torniamo alla penisola indocinese, alla lunga penisola di Malacca, aggiriamola e ci troviamo nel grande Golfo del Bengala che sta tra l’Indocina e la penisola indiana.
Proprio in fondo al golfo, costretto tra Myanmar e India, si annida il Bangladesh (sigla “BA” sul territorio indiano, cap. Dacca) e si può ben dire “costretto”: il Bangladesh ha infatti la più alta densità di popolazione nel mondo, mille abitanti per kmq! Un confronto sorprendente: mentre il Bangladesh è grande come metà Italia, la Russia, che ha una popolazione leggermente inferiore, la distribuisce su una superficie di 17.500.000 kmq, cioè circa cento Italie!
Qui sfocia con un ampio delta il Gange, il grande fiume del subcontinente indiano, dopo aver attraversato le pianure del nord dell’India. Ha una lunghezza di 2.510 km e le sue sorgenti sono nell’Himalaya. Per millenni è stato oggetto di venerazione indù.
Al centro della penisola indiana trovate la sigla “IND” inequivocabile (cap. Nuova Delhi) e a sud, proprio sulla punta, un’isola la cui sigla “SRI” ci dice che è lo Sri Lanka (cap. Colombo). Già che ci siamo, se da Sri Lanka vi portate un po’ ad ovest in mezzo all’oceano, trovate la piccola repubblica e arcipelago delle Maldive (sigla “MAL”, cap. Malé).
A nord invece, là dove si innalzano le cime più alte del mondo dell’Himalaya, oltre al povero Tibet, ormai regione cinese, ci sono il regno del Bhutan (cap. Thimphu) ad est e la repubblica del Nepal (cap. Kathmandu) ad ovest. Le due sigle “B” e “N” le abbiamo appoggiate sul territorio cinese, un po’ sopra i rispettivi Stati.
Noi giriamo invece attorno all’India e proprio alla base della penisola, proprio dove è attaccata alla massa dell’Asia, ci troviamo il Pakistan (sigla “PA”, cap. Islamabad). Se abbandonando la costa ci avventuriamo più a nord, proprio sopra il Pakistan troviamo la sigla “AF” di Afghanistan, arroccato in mezzo alle montagne, capitale Kabul. Qui attorno ci sono diversi altri Paesi il cui nome termina per “stan”, ma ne parleremo più avanti.
Torniamo sulla costa e superato il confine occidentale del Pakistan ci troviamo in Iran, scritto per esteso, cap. Teheran. È l’antica Persia, e infatti la stretta e profonda insenatura che s’insinua a bagnarne la costa occidentale si chiama proprio Golfo Persico, centro nevralgico di traffici petroliferi. È lungo 800 km e largo solo 80 km. Qui si gettano nella stessa foce il Tigri e l’Eufrate e qui si affacciano diversi Stati. Cerchiamo di capirci qualcosa. È così stretto che non riuscite a seguirne i contorni perché le linee che lo delimitano si sovrappongono e quindi, come in altre parti, abbiamo dovuto omettere le sigle di riferimento.
Mentre sul lato destro (cioè est) è tutto Iran, nel lato ovest si succedono a partire dall’esterno l’Oman (sigla “O”, cap. Mascate) all’imboccatura, a seguire i sette Emirati Arabi Uniti (cap. Abu Dhabi) tra i quali Dubai, poi l’Arabia Saudita (sigla “ARA”, cap. Riyad), il Qatar (cap. Doha), il Bahrain (cap. Manama), il Kuwait (cap. al-Kuwait) e infine l’Iraq, che abbiamo già incontrato nel nostro vagabondare (sigla “IQ”).
Oman, Bharein, Qatar, Emirati e Kuwait sono tutti piccolini, addossati alla penisola dell’Arabia che è la più occidentale delle tre grandi penisole sud-asiatiche. La penisola è occupata in gran parte dal deserto e dall’Arabia Saudita che si bagna ad est nel golfo Persico, come già detto, e nel Mar Rosso ad ovest – e che non raggiunge l’Oceano Indiano perché glielo impediscono Oman ad est e Yemen ad ovest (sigla “YE”, cap. Aden).
La striscia dell’Arabia sul mar Rosso è l’unica terra fertile e lì sorgono La Mecca e Medina.
A nord-ovest l’Arabia confina con la Giordania… e così siamo tornati al punto da cui eravamo partiti.
Passeggiata all’interno
Per completare l’esplorazione della mappa dobbiamo adesso intraprendere un itinerario interno.
Tornate a cercare l’Iran. Se vi portate verso nord troverete l’area rigata che indica il Mar Caspio, e più ad est il Turkmenistan (Sigla “TU”, cap. Aschabad), che si trova all’altezza della Sicilia. A sud la sigla “AF” ci rivela l’Afghanistan, mentre ad est la sigla “U” designa l’Uzbekistan (cap. Tashkent) e più ad est ancora il Tagikistan (sigla “TA”, cap. Dusanbe) sotto e il Kyrghisistan sopra (sigla “KY” sul territorio della Cina, cap. Biškek).
Più a nord di questi tre si estende il grande Kazakistan (sigla “KAZ”, cap. Nur-Sultan), tra i più grandi Paesi al mondo con una superficie pari a quella di tutta l’Europa Occidentale.
A nord c’è l’immensità russa, ma se andiamo verso est troviamo un bel tratto di confine con la Cina e quasi un contatto con la Mongolia (sigla “MONG”, cap. Ulan Bator) che ha la Russia – cioè la Siberia – a nord e la Cina a sud. Queste ultime due, terminata la Mongolia, si toccano.
Qui finisce la nostra lunga esplorazione dell’Asia.